Riqualificazione Energetica di un edificio: la guida pratica

Riqualificazione Energetica di un edificio

Nella nostra guida, esploreremo passo dopo passo come eseguire la riqualificazione energetica di un edificio. Questo processo non solo ridurrà i costi energetici, ma contribuirà anche a ridurre l’impatto ambientale, aumenterà il benessere abitativo e il valore della propria abitazione.

Come ingegnere edile specializzato in ristrutturazioni con una particolare attenzione al risparmio energetico degli edifici, condividerò con te le migliori pratiche e le strategie per ottenere risultati concreti e sostenibili.

Indice

Introduzione

Capitolo 1: Valutazione Iniziale

1.1. Diagnosi energetica: Come valutare lo stato energetico attuale della casa.

1.2. Identificazione delle aree critiche: Dove si verificano le perdite energetiche maggiori.

Capitolo 2: Progettazione

2.1. Analisi costi benefici.

2.2. Isolamento dell’involucro edilizio

2.3. Sostituzione degli infissi

2.4. Ammodernamento degli impianti: Efficienza energetica e uso di fonti rinnovabili.

2.5. Isolare casa o rinnovare l’impianto termico? I criteri per la scelta del giusto intervento

Capitolo 3: Esecuzione

Capitolo 4: Misure di controllo della qualità

Capitolo 5: Incentivi e Finanziamenti

5.1. Approfondimento sugli incentivi statali per la riqualificazione energetica di un edificio.

Capitolo 1: Valutazione Iniziale

Diagnosi energetica: Come valutare lo stato energetico attuale della casa.

Prima di intraprendere qualsiasi progetto di riqualificazione energetica di un edificio, è essenziale condurre una diagnosi energetica accurata del tuo immobile. Questa valutazione iniziale ti darà una panoramica completa del consumo energetico e delle inefficienze esistenti.

La diagnosi si basa sull’analisi di diversi parametri che influiscono sul consumo energetico, tra cui le caratteristiche costruttive, l’impianto di riscaldamento e raffrescamento, l’isolamento termico, gli infissi e le fonti di energia utilizzate.

Per avere una prima idea dello stato del tuo immobile, puoi iniziare a controllare la certificazione energetica; potrai consultare nell’APE che possiedi qual è il livello del tuo immobile (può essere da “A4” che è il livello più elevato di efficienza a “G” il più basso).

Sicuramente, se si trova in classe G o F, non è dotato di un cappotto termico e molto probabilmente sarà presente un vecchio impianto a caldaia a gas e termosifoni.

Già da questo puoi capire che, se stai pensando di ristrutturare il tuo immobile, sarà opportuno fare una diagnosi energetica per capire se è conveniente (anche in termini economici) effettuare degli interventi per ridurre i consumi e le tue bollette e migliorare il comfort al suo interno.

Potranno essere effettuate anche delle valutazioni più approfondite attraverso una serie di strumenti e metodologie, tra cui l’audit energetico e la termografia. L’audit energetico è un’analisi dettagliata dell’edificio che consente di identificare le criticità e di proporre soluzioni tecniche per migliorare l’efficienza energetica. La termografia, invece, consiste nell’utilizzo di una telecamera termica per individuare le perdite di calore dall’edificio. Di solito, questi metodi vengono eseguiti dal tuo professionista incaricato, il quale dovrà analizzare in maniera approfondita quali e dove sono le maggiori dispersioni termiche.

Identificazione delle aree critiche: Dove si verificano le perdite energetiche maggiori.

Nella diagnosi si andranno ad identificare delle aree critiche in cui si verificano le perdite energetiche più significative. Potrebbero includere finestre non isolate, isolamento inadeguato, o impianti di riscaldamento e raffreddamento inefficienti. Questa fase è cruciale per concentrare i tuoi sforzi e risorse nelle aree che comporteranno il maggior beneficio in termini di risparmio energetico.

Nello specifico, le vie preferenziali dove il calore esce dall’abitazione, vengono chiamati ponti termici. In questi punti abbiamo anche delle temperature delle superfici interne molto basse, con il rischio di condense e muffe. Quindi possiamo dire che l’attenuazione di essi risulta fondamentale per far si che la riqualificazione sia veramente efficace.

Un esempio di ponti termici possono essere i balconi, gli angoli esterni, le soglie delle finestre che entrano fino dentro casa, le scale esterne collegate all’edificio, le nicchie per l’alloggiamento dei termosifoni, ecc…

Per eliminarli la cosa più opportuna da fare è applicare dell’isolante all’esterno delle murature perimetrali, facendolo risvoltare nel caso in cui ci fossero dei balconi ad esempio. Minori interruzioni vi saranno e tanto più limitato sarà il numero dei ponti termici.

Un’analisi approfondita da parte di un tecnico specializzato, ti aiuterà a individuare le soluzioni tecniche e i materiali più adatti per risolvere queste problematiche.

Capitolo 2: Progettazione

Analisi costi benefici

Prima di procedere con la progettazione esecutiva, è essenziale eseguire un’analisi costi-benefici. Questa fase ti consentirà di valutare se gli investimenti necessari per migliorare l’efficienza energetica della tua casa saranno giustificati dai risparmi energetici attesi nel tempo. Confronta i costi delle modifiche proposte con i benefici attesi, tenendo conto anche degli incentivi finanziari disponibili. Questa analisi ti aiuterà a prendere decisioni informate sulle priorità dei progetti e sul budget necessario.

Isolamento dell’involucro edilizio

In un vecchio edificio, le perdite maggiori derivano dalla trasmissione di calore attraverso tutti gli elementi non coibentati che delimitano l’involucro: pareti perimetrali, tetto e solaio controterra. Le finestre e i ponti termici costituiscono dei punti particolarmente deboli.

Una riqualificazione energetica di un edificio eseguita a regola d’arte deve essere finalizzata in primo luogo a ridurre al minimo queste perdite energetiche, applicando all’intero involucro un isolamento termico il più possibile privo di interruzioni e mettendo in opera dei serramenti di alta qualità.

LE PARETI ESTERNE

Per l’isolamento delle pareti esterne si può ricorrere a diversi sistemi.

Un isolamento all’esterno (cappotto termico) è il modo più efficiente per risparmiare sui costi per il riscaldamento ed elevare il comfort interno.

Un edificio isolato esternamente infatti consente di avere sempre la struttura dell’edificio al caldo e protetta della intemperie, allungando quindi la durata dell’edificio.

Inoltre, anche con un cappotto di 12 cm, le temperature interne dell’edificio si alzano da 12° a 18°/19° di media. Questo significa che l’impianto termico dovrà erogare un calore molto minore per portare gli ambienti interni alla temperatura di 20°, e quindi si avranno anche dei notevoli risparmi nella bolletta.

In caso di facciate esterne sottoposte a tutela storica, o in caso magari di un appartamento in un condominio (il quale non vuole procedere con un cappotto esterno), si può decidere di coibentare internamente le pareti.

Questa soluzione va presa solo quando non vi sia la possibilità di eseguire l’isolamento esterno, poiché comporta una serie di possibili rischi nel caso in cui non si adottino opportuni accorgimenti. Quando si interviene dall’interno infatti, è molto difficile eliminare i ponti termici e, se non studiati attentamente, diventa alto il rischio di condensa sull’interfaccia fra l’isolante e la struttura su cui è applicato. E’ vivamente consigliato quindi farsi seguire da un progettista competente, che sia in grado di valutare la specifica situazione costruttiva ed ambientale prendendo le necessarie “contromisure”.

LA COPERTURA

L’isolamento della copertura ha la doppia funzione di ridurre le dispersioni di calore verso l’esterno durante l’inverno e proteggere dall’ingresso del calore in estate.

Anche in questo caso, come per le pareti esterne, è sempre meglio procedere isolando verso l’esterno della struttura e non all’interno con un controsoffitto.

Per ridurre al minimo il surriscaldamento estivo, si possono utilizzare dei materiali particolarmente massivi che, a parità di spessore, rispetto agli altri materiali sono molto più efficienti. Un esempio è la fibra di legno, che può arrivare ad una densità di 160 Kg/mc contro il comune polistirolo che ha una densità pari a circa 20 Kg/mc.

Una maggiore densità del materiale garantisce un maggior smorzamento dell’onda termica e quindi uno sfasamento maggiore.

Un altro materiale che spesso viene utilizzato è la lana di roccia, anch’essa con una densità abbastanza elevata, molto vicina a quella della fibra di legno. Sono presenti in commercio anche pannelli in lana di roccia già preaccoppiati con una guaina impermeabilizzante, alla quale potrà essere successivamente applicata sopra una successiva guaina bituminosa per proteggere la copertura dagli agenti atmosferici.

SOLAIO CONTROTERRA O VERSO LO SCANTINATO

All’interno degli appartamenti al piano terra i pavimenti sono sempre particolarmente freddi e perciò poco confortevoli. Questo è dovuto dal fatto che non sono stati isolati verso il terreno o verso la cantina sottostante. Le conseguenze sono notevoli perdite di calore e probabili formazioni di muffe negli angoli inferiori delle stanze.

Nel caso in cui si abbia un solaio verso uno locale cantinato si può risolvere la situazione coibentando il solaio nel soffitto della cantina con un isolate di spessore di almeno 10 cm. Bisogna cercare di eseguire uno strato ininterrotto di isolante per ridurre i ponti termici; nei punti in cui il solaio si innesta nelle pareti perimetrali, l’isolante deve rigirare su di esse per almeno 1 m.

Nel caso in cui abbiamo invece un solaio controterra, l’unica opzione è quella di demolire il pavimento e il massetto e di installare l’isolante subito sopra la struttura del solaio.

Il materiale isolante solitamente più utilizzato è l’XPS (polistirene espanso estruso a celle chiuse) proprio per la sua capacità di resistere all’umidità.

Sostituzione degli infissi

Quando si valuta la sostituzione degli infissi, bisogna sempre partire dal concetto che la soluzione migliore sarebbe quella di unire l’intervento di sostituzione degli infissi con quello di isolamento dell’abitazione.

Se infatti si decide di sostituire i vecchi infissi a singolo vetro con nuovi infissi termoisolanti, nel caso in cui non si dovesse ricambiare sufficientemente l’aria interna, il vapore acqueo in accesso presente nell’ambiente che prima condensava nei vetri delle finestre ora condenserà sui muri freddi (particolarmente critici sono i bordi di contatto tra telaio e muratura).

Effettuando invece contemporaneamente l’isolamento e la sostituzione degli infissi è possibile risanare completamente l’edificio,andando a correggere i ponti termici presenti e ottimizzando anche la posa delle nuove finestre.

Qualora si decidesse di sostituire gli infissi senza isolare le pareti esterne, il consiglio è comunque quello di isolare esternamente l’imbotte della finestra, in modo tale da essere già predisposto per un eventuale futura realizzazione del cappotto.

E’ molto importante che la posa venga effettuata a regola d’arte, garantendo la tenuta all’aria e al vento per evitare spifferi indesiderati e condense interstiziali.

Solitamente, quando si sostituiscono gli infissi, è sempre consigliato sostituire anche i cassonetti vecchi con nuovi cassonetti coibentati, sigillando le fughe esistenti.

Ammodernamento degli impianti: Efficienza energetica e uso di fonti rinnovabili.

Lo standard energetico di un edificio non dipende sono dalla qualità dell’involucro ma anche dalla qualità ed efficienza degli impianti. Minore è il fabbisogno energetico per riscaldare l’involucro edilizio più ha senso l’impiego di nuove tecnologie per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria. Si potranno quindi:

– Sostituire le caldaie a gas con pompe di calore;

– Optare per sistemi di emissione a bassa temperatura;

– Inserire il solare termico e il fotovoltaico come ausilio per il riscaldamento e per ottimizzare il funzionamento della pompa di calore.

Nel momento in cui si decide di ammodernare l’impianto di riscaldamento è necessario riferirsi non solo alla caldaia ma a tutto il sistema di distribuzione, regolazione e accumulo.

I “nuovi” sistemi a pompa di calore ad esempio, vanno abbinati a sistemi di emissione a bassa temperatura, sostituendo quindi i vecchi radiatori presenti con delle serpentine radianti a pavimento o a soffitto.

Il nuovo impianto andrà dimensionato in base alle dispersioni termiche dell’involucro edilizio; se abbiamo in involucro isolato ci sarà un fabbisogno energetico minore e quindi avremo bisogno di un generatore più piccolo.

Se si decide di non isolare l’edificio, avremo maggiori dispersioni termiche e l’edificio avrà bisogno di un impianto più potente per raggiungere le temperature di comfort interne. Questo determinerà un costo maggiore dell’impianto e più costi nelle bollette.

Isolare casa o rinnovare l’impianto termico? I criteri per la scelta del giusto intervento

Possiamo concludere quindi che non esiste una scelta giusta o sbagliata poiché ogni caso è a se; sicuramente sarà fondamentale valutare l’analisi costi-benefici, oltre che l’età e lo stato attuale degli impianti.

Come già emerso, se possibile è sempre consigliabile un intervento di risanamento globale, che quindi comprenda prima di tutto l’isolamento dell’involucro e il rifacimento di un nuovo impianto termico adeguato al fabbisogno termico dell’edificio.

In questa fase la consulenza tecnica è particolarmente importante perché aiuta ad orientarsi nella scelta dei metodi costruttivi, della tipologia dei materiali da impiegare o di impianti da installare.

Una volta deciso quale strada seguire, il progettista potrà sviluppare un progetto esecutivo preciso, corredato da tutti i dettagli necessari anche per la risoluzione dei ponti termici; potrà fare una stima più precisa dell’intervento e predisporre un computo metrico estimativo sulla base del quale chiedere le offerte alle diverse ditte.

Capitolo 3: Esecuzione

Una volta terminato il progetto e scelta la ditta esecutrice, si potrà dare il via ai lavori. E’ fondamentale che questi vengano eseguiti attentamente da un direttore dei lavori che controlli scrupolosamente tutte le fasi costruttive. Proprio nella riqualificazione energetica di un edificio infatti è necessaria una direzione lavori particolarmente attenta, in modo che il risultato finale corrisponda alle previsioni.

Non tutti i professionisti hanno le competenze per seguire al meglio queste tipologie di interventi. Il nostro studio, grazie a formazione e studio perpetuati nel tempo, è specializzato in ristrutturazioni edilizie che prevedono la riqualificazione energetica di un edificio.

Capitolo 4: Tenuta all’aria e misure di controllo della qualità

Una fonte significativa di perdita energetica è l’infiltrazione d’aria non controllata attraverso delle fessure presenti tra le giunzioni dei diversi elementi costruttivi come finestre e porte. Il flusso di aria calda interna che passa incontrollatamente attraverso queste fessure, nel momento in cui trova dei punti freddi all’interno della parete (o solaio/copertura) potrebbe creare delle condense interstiziali e nel tempo portare alla formazione di muffe.

I punti più critici sono:

– Passaggio delle tubazioni degli impianti attraverso solai e muri fra ambienti riscaldati e non riscadati;

– Giunzioni delle finestre con la parete e il controtelaio;

– Collegamento tra muro esterno e tetto;

– Collegamento tra muro esterno e solaio controterra;

– Passaggio del camino in copertura;

– Porte fra spazi riscaldati e spazi non riscaldati;

Tutti questi giunti e raccordi tra i diversi elementi costruttivi devono essere sigillati attraverso l’utilizzo di nastri adesivi, per garantire la “tenuta all’aria”.

La messa in opera degli strati di tenuta all’aria, ed in particolare dei nastri e degli elementi di raccordo, deve essere molto accurata. Il 90% dei danni alle costruzioni deriva infatti da una messa in opera non corretta che permette all’aria, e quindi all’umidità, di penetrare liberamente all’interno delle strutture.

Proprio per questo che sarebbe sempre opportuno certificare la bontà dell’esecuzione dei lavori attraverso da misure di controllo della qualità come il Blower Door Test (Test di tenuta all’aria).

La riqualificazione energetica di un edificio può anche essere certificata da parte dell’Agenzia CasaClima, che controllando il processo di progettazione e di esecuzione (attraverso delle prove strumentali come il Blower Door Test) emetterà un certificato energetico e fornirà l’eventuale targhetta da apporre sull’edificio in oggetto.

Capitolo 5: Incentivi e Finanziamenti

Approfondimento sugli incentivi statali per la riqualificazione energetica di un edificio

Le agevolazioni fiscali sono un’opportunità importante per chi intende effettuare una ristrutturazione della propria abitazione. La legislazione italiana ha previsto una serie di incentivi con l’obiettivo di promuovere la riduzione dei consumi e la diffusione delle tecnologie a basso impatto ambientale.

Per le abitazioni solitamente gli incentivi più utilizzati sono la detrazione fiscale del 50% per la ristrutturazione edilizia, l’Ecobonus per le opere di riqualificazione energetica e il Sismabonus per tutte le opere di miglioramento strutturale. Non inseriamo tra questi il Superbonus, poiché lo riteniamo ad oggi, Ottobre 2023, oramai un incentivo “morto”, sul quale il Governo non ha più intenzione di investire.

L’Ecobonus, in particolare, permette di detrarre il 50% o il 65% delle spese in base alla tipologia di interventi:

Tra le spese detraibili al 50% (art. 14 Decreto-legge del 04/06/2013 n. 63) abbiamo:

· Acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi e di schermature solari, porte esterne, portoncini;

· Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto, senza la contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti;

· Sostituzione o nuova installazione di impianto di climatizzazione invernale dotati di generatori a biomassa (pellet, truciolato ecc.), fino a un valore massimo della detrazione di 30.000 euro.

Tra le spese detraibili al 65% (art. 14 Decreto-legge del 04/06/2013 n. 63) abbiamo:

· Interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione di efficienza almeno pari alla classe A di prodotto e contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti, appartenenti alle classi V, VI oppure VIII.

· Interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, assemblati in fabbrica ed espressamente concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento tra loro;

· Interventi di sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con generatori d’aria calda a condensazione;

· Acquisto e posa in opera di micro-generatori in sostituzione di impianti esistenti, fino a un valore massimo della detrazione di 100.000 euro, a condizione che gli interventi producano un risparmio di energia primaria pari almeno al 20%;

· Interventi di sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza e con impianti geotermici a bassa entalpia e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione realizzato;

· Interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore, dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria;

· Acquisto, l’installazione e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda o di climatizzazione delle unità abitative.

· Interventi di riqualificazione energetica di un edificio;

· Interventi su edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari, riguardanti strutture opache verticali (muri), strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti). La condizione per fruire dell’agevolazione è che siano rispettati i requisiti di trasmittanza termica U contenuti nell’Allegato E del decreto attuativo del Mise Requisiti;

Per poter usufruire di questi incentivi, è necessario inoltre presentare la documentazione richiesta (avviando una pratica sul portale ENEA), che varia a seconda dell’incentivo scelto.

È consigliabile, pertanto, rivolgersi a un professionista esperto del settore per avere maggiori informazioni e per assicurarsi di ottenere gli incentivi previsti dalla legge.

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